LE BASI DEL METHOD FEEDER (secondo noi)
   06, May, 2021     FEEDER    Comments 0
LE BASI DEL METHOD FEEDER (secondo noi)

La pesca a feeder ormai è letteralmente esplosa.

Assistiamo sempre di più a ragazzi e persone in generale che si avvicinano a questa disciplina molto divertente.

Avere il giusto assetto, le giuste nozioni potrebbe aiutarci durante una competizione o una sessione di feeder. In questo articolo andremo ad analizzare il METHOD FEEDER, forse la variante più apprezzata e diffusa, nonché la più divertente secondo il mio modesto parere

Il method, anzi, il Method con la “M” maiuscola è una delle tecniche più usate nei laghetti privati. Ma molti sono ancora confusi su quali esche usare nella pastura o sugli inneschi. In questo articolo vogliamo analizzare alcuni approcci ed aspetti semplici, basilari ma allo stesso tempo efficaci.

Eppure, pur essendo così diffusa, la tecnica del method è quella con cui molti, in moltissime acque, hanno tante difficoltà.

Con questo articolo mi piacerebbe mettere dei punti saldi riguardo al Method.

Le basi del Method

Il principio base del Method è: far trovare una piccola e compatta quantità di pastura o pellet sul fondale, con l’innesco piazzatovi in mezzo.

Sembra semplice, no? Il pesce arriva, cerca di aspirare tutto il mucchietto di pastura e, si becca in bocca anche il nostro amo con l’innesco senza rendersene conto.

Il terminale cortissimo amplifica l’effetto autoferrante e il pesce si allama, in pratica, da solo.

Ecco, la semplicità si ferma nel momento in cui ti metti a pensare alla quantità di pasture disponibili sul mercato, alle profondità degli spot e alle forme dei piombi da method.

Per questo motivo, io cerco sempre di tenere la mia montatura ed idea di feeder fishing più semplice possibile e seguo quindi alcune regole che mi consentano di tirare fuori il meglio dal mio spot

Il set-up da Method

La parola d’ordine è: robustezza. Ormai in moltissime acque abbiamo a che fare con carpe di taglia, e con ostacoli sommersi, per non parlare di isole, isolette, canaloni, alghe ed ostacoli vari che si trovano sul fondo dei nostri spot. Per non parlare degli ostacoli se si pesca in mare (questo aspetto lo approfondiremo nei prossimi articoli)

Per quanto la canna, consiglierei quindi una 10 piedi per pescare entro i 35 metri, ed una 11 se devo andare a distanze superiori.

In bobina, sul mulinello, un buon nylon da 0,20-0,23 fino anche allo 0.26 mm, ovviamente in base agli spot di pesca, fa coppia con un finale da 0,16/0,17 mm che lega un amo taglia 16/14.

Come pasturatore, in genere ne uso due modelli. Un classico ICS method feeder della Preston, con l’esca piazzata al centro, e recentemente un piombo Hybrid Feeder della Guru.

Il method standard lo uso quando devo lanciare frequentemente, e anche in acqua bassa, perché rilascia la pastura molto velocemente. A causa della forma aperta, questo tipo di piombo non va bene in acque profonde perché il carico di pastura non è protetto.

Quanto alla taglia del pasturatore, dipende dal posto in cui sto pescando. La mia regola è: più rilanci spesso, più lo devi usare piccolo. Così, evito di saturare lo spot.

 

Se, invece, so che farò pesca più d’attesa, uso un pasturatore più grosso.

Le esche da Method

Ciò che si mette sul piombo da method, ovvero la pastura da method, si divide in tre categorie:

pellet

pastura

combo di pellet e pastura

Anche qui: più si va sul semplice, meglio è.

Se l’acqua è fredda, sul piombo io opto esclusivamente per i pellet. Io la chiamo la “soluzione sicura”, per il semplice fatto che i pesci sono abituati a mangiarli durante tutto l’arco dell’anno.

Le pasture possono, a volte, uccidere lo spot, se i pesci non sono “sintonizzati”, soprattutto nei mesi freddi. Quindi, la mia regola è che da novembre ad aprile, la pastura sta a casa. In pesca con me vengono solo i pellet.

Nei mesi caldi, quando ho necessità di fare catture veloci, la pastura diventa invece la mia scelta principale. Il motivo è che offre il massimo dell’attrazione, con una quantità di cibo minuscola.

Se devo dare un consiglio, la Green Swim Stim di Dynamite combinata alla Marine Halibut è una scelta azzeccatissima. Detto in parole più semplici: sul piombo da feeder uso solo questo combo di pasture.

Infine, per quanto riguarda la combinazione di pellet e pasture, è una scelta fantastica quando la profondità di pesca è maggiore. Perché la pastura evita che si formino sacche d’aria nell’impasto, che possono spaccare il mucchietto di pastura mentre questo scende sul fondo.

Poi, combinare pellet e pastura è la scelta giusta quando capisci che i pesci nel tuo spot arrivano, ma non si fermano a lungo perché la quantità di cibo offerta con il solo sfarinato non è sufficiente a bloccarli.

Cosa metto sull’innesco?

In genere, pesco con hair rig al cui apice c’è un elastico. E’ la scelta più versatile in assoluto.

L’innesco allora è l’aspetto finale, e spesso il capitolo su cui molti fanno confusione, se parliamo di pesca a method.

Ma è normale, quando c’è troppa scelta: ci sono pescatori che si fanno dei “viaggi” assurdi, cercando di giustificare con chissà quali teorie le loro scelte.

Io, se parliamo di esche da feeder da piazzare sull’amo, ne dico tre:

bigattini morti

pellet

Speedy Washters di Dynamite o band’um

I bigattini sono perfetti quando la pesca è dura. Perché non c’è pesce che sappia resistere a un bigattino: spesso solo i cagnotti riescono a farci costruire lo spot nei giorni difficili.

I pellet da innesco sono l’esca che preferisco quando piazzo sul piombo la pastura perché danno un’impronta molto forte.

I Washters di Dynamite la fanno da padrone quando l’acqua è chiara, oppure se sto pescando “in caccia” su pesci più grandi, e voglio un’esca molto ben visibile che sappia tentare le “creature” più schive del lago.

In azione!

Dopo la teoria, ecco la pratica: sono al Loco Lake e ne approfitto per parlare un po’ del mio approccio.

Inizio la mia pescata con un approccio a lunga distanza fatto di un piombo method standard caricato con pellet, e un pellet da innesco da 6 mm vicino all’amo.

Lancio, e aspetto 8 minuti. Ecco, questo è un aspetto che molti trascurano: io misuro SEMPRE il tempo. Perché misurare il tempo ti fa capire se stai approcciando lo spot nel modo giusto.

Se dopo 8 minuti non ho una partenza, recupero e rilancio. In attesa che lo spot “ingrani”, procedo così.

Nel frattempo, faccio una cosa molto importante: mentre pasturo a lunga distanza, pasturo in contemporanea con una fionda una zona a un range più corto… la preparo per più tardi!

Questo è un metodo che uso molto spesso mentre pesco, perché creando lo spot in anteprima, poi è più facile attirare le carpe su un piccolo mucchietto di esche.

Torniamo alla canna lunga: se, dopo 3 lanci, lo spot non ha ingranato, inizio a lanciare sullo spot “corto” creato coi pellet da 8 mm…

Per essere più preciso col lancio del method, lancio due fiondate di pellet e poi scaglio il feeder direttamente al centro del movimento d’acqua.

Al secondo lancio, dopo 7 minuti, ecco il primo strike. Una specchi di oltre 10 chili!

Rilancio. Pochi secondi ed ecco un altro strike.

Mi posso concentrare solo sulla pesca, e il merito è delle scelte che ho fatto a monte.

Semplificando le cose, avendo fiducia nelle esche e nelle pasture, posso pensare solo all’azione di pesca e a come ottenere il massimo dallo spot che ho davanti.

Semplice, no?

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