Questo “report” vuole raccontare una sessione particolarmente “fruttuosa” che ha visto protagonisti me e Stella, la mia ragazza, qualche mese fà. Il luogo di pesca ,scelto molti mesi prima insieme agli altri ragazzi del team CCMOORE ITALIA, è Pusiano: un lago situato in Lombardia, nello specifico in Brianza.Il lago ha una lunghezza massima di circa 2700 metri, una larghezza di 2400 e un volume di acqua pari a 81milioni di metricubi. Volume che era di molti molti metri cubi sopra la media quando ,arrivati al lago , ce lo trovammo davanti. Il livello dell’acqua era altissimo , oltre 2 metri sopra quello abituale. La nostra postazione era la CAMPING, solitamente una comoda posta se non fosse per il livello così alto poichè per poter pescare verso il lago “aperto” è stato a dir poco obbligatorio immergere completamente il mio rodpod Nick95 in acqua. Una settimana intera era il periodo di pesca a nostra disposizione. Per cui, con tutta la calma e dopo aver montato tutta l’attrezzatura ,non esitai un attimo a salire in gommone armato di ecoscandaglio e GPS per segnare tutti i punti che ritenevo buoni spot per calare, al posto di usare i normalissimi segnalini che a mio avviso potevano intralciare la mia azione di pesca.
Dopo oltre 3 ore in barca , segnai 5 punti sul GPS, in modo tale da riuscir a coprire tutte le situazioni possibili e capire dove girava realmente il pesce. Utilizzai solo su un tipo di boiles, ovvero le ODYSSEY XXX vista la grande presenza di cozze nel lago. Le bagnai precedentemente con KRILL AMINO mescolato con qualche goccia di BLACK PEPPER OIL ,per dare una nota ancora più “pungente” alle palline. Il terminale che adottai era un blowback rig molto lungo di circa 35 cm vista la presenza di fondale molto molto morbido. Adottai inneschi generosi del tipo snowman e/o bilanciati : 24/18 , 24/24. La “chicca” che studiai a tavolino era l’utilizzo di zavorre a perdere legate con camere d’aria di bicicletta in modo tale che ,al primo tentativo di fuga del pesce, si staccassero immediatamente facilitandomi le operazioni di recupero. Non utilizzai delle pietre ma decisi di tagliare “a misura” dei mattoni . La peculiarità di quest’ultimi è la loro porosità che li rende “leggeri” al momento della calata depositandosi lentamente e non sprofondando sul fondale ma molto pesanti dopo un paio di ore in acqua vista la loro grande capacità di assorbimento ,garantendomi un autoferrata “decisa”.
Calai 1 canna sui 9 metri, una in una legnaia e una sui 6 metri. Incredibilmente , quando tornai a riva con la terza canna appena calata, partì la prima canna portandomi a ferrare e combattere il pesce in men che non si dica in mezzo al lago. Dopo pochi minuti salpammo a guadino una bellissima regina. Foto di rito e non persi un attimo a ricalare la canna , ripasturando con la medesima quantità di 1KG di ODYSSEY XXX.
La notte passò tranquilla e il giorno seguente arrivarono gli altri componenti del Team , tra cui Eugenio Amore che condivise la posta con me per tutta la settimana. Ricalammo le canne e decisi di posizionare 2 canne a distanza di 20 metri l’una dall’altra nello spot in cui era partito il pesce il giorno precedente ad una distanza di circa 380 metri da riva. All’alba del terzo giorno un’altra partenza “ruppe” il silenzio , portando me e Eugenio in barca, a combattere con un pesce molto potente. Riuscimmo a intravedere la sagoma di un immensa carpa regina. Dopo non poche peripezie , grazie all’aiuto del mio compagno di pesca,portai a guadino questo pesce. Un urlo di gioia echeggiò su tutto il lago. Tornammo a riva, pesammo il pesce e Stella mi fece tutte le foto di rito.. la riossigenai facendola tornare nel proprio habitat. Era il mio nuovo PersonalBest di carpa regina.
La notte passò tranquilla e il giorno seguente arrivarono gli altri componenti del Team , tra cui Eugenio Amore che condivise la posta con me per tutta la settimana. Ricalammo le canne e decisi di posizionare 2 canne a distanza di 20 metri l’una dall’altra nello spot in cui era partito il pesce il giorno precedente ad una distanza di circa 380 metri da riva. All’alba del terzo giorno un’altra partenza “ruppe” il silenzio , portando me e Eugenio in barca, a combattere con un pesce molto potente. Riuscimmo a intravedere la sagoma di un immensa carpa regina. Dopo non poche peripezie , grazie all’aiuto del mio compagno di pesca,portai a guadino questo pesce. Un urlo di gioia echeggiò su tutto il lago. Tornammo a riva, pesammo il pesce e Stella mi fece tutte le foto di rito.. la riossigenai facendola tornare nel proprio habitat. Era il mio nuovo PersonalBest di carpa regina.
Ero felice poichè tutte le strategie di pesca si stavano rivelando efficaci al massimo. Tutte le canne erano di nuovo in pesca e il buio della sera non tardò ad arrivare. Nel frattempo si alzò un vento molto potente che mosse con impeto tutto il lago. Pochi minuti più tardi fu di nuovo un mio segnalatore a “strillare” facendo uscire metri e metri di filo dalla bobina. In pochi secondi io e Eugenio eravamo già in barca , scelta che si rivelò del tutto sbagliata. Da lì a poco il vento ci sbatté dentro i canneti , eravamo in balia del lago con onde altissime ed un pesce dall’altra parte della lenza che cercavo in tutti i modi di portare a guadino. Sapevamo di essere in una bruttissima situazione e di rischiare molto grosso poiché tutti i tentativi di uscire e tornare a riva risultavano vani. Cosi decidemmo per prima cosa di restare riparati dentro ai canneti e portare il pesce a guadino : un’altra grossa regina venne a farmi visita e ,dopo incessanti minuti di remate “contro vento” ,riuscimmo a tornare in postazione tirando un grosso sospiro di sollievo. Nel frattempo ,però, partì un altra canna vedendo protagonista della ferrata la mia ragazza Stella che ,purtroppo, viste le condizioni meteoreologiche avverse , non riuscì ad avvicinare il pesce.
Per 3 giorni un vento fortissimo con raffiche di oltre 150 km/h ci mise a dura prova costringendoci a cessare la nostra azione di pesca. Finalmente tutto finì e ci preparammo ad affrontare gli ultimi 2 giorni di pesca che mi regalarono altre 2 catture , di cui un siluro e una regina di piccole dimensioni.
Finii tutte le scorte di esche ODYSSEY XXX ed arrivò la fine della sessione. Sessione particolarmente difficile su tutti gli aspetti ma che riuscii ad interpretare nel migliore dei modi riuscendo a centrare l’obiettivo più di una volta ,grazie anche alla fortuna di avere sempre a disposizione esche e prodotti di OTTIMA FATTURA che mi consentono in ogni sessione di stare in pesca correttamente.
Un ultimo saluto a tutto il team e allo splendido lago di Pusiano e ci dirigemmo a casa, già pronti carichi per una nuova sessione :la più lunga che io e Stella avremmo mai affrontato, in uno dei periodi più tosti per il carpfishing. L’INVERNO.
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